Messa a dimora e cura dell'Agave Americana

Messa a dimora e cura dell'Agave Americana

- Categorie : Piante grasse

La pianta dell'Agave (termine che, in greco, assume il significato di nobile), originaria dell'America meridionale, è ormai presente in gran parte del territorio europeo, venendo coltivata anche nel nostro Paese. 
È da questa pianta perenne, nota come simbolo di longevità, che si estrae un dolcificante naturale, lo sciroppo d'agave, utilizzato solitamente al posto dello zucchero. Proprio il fatto di vivere molto a lungo porta le prime fioriture a comparire solo dopo diversi anni (alcuni esemplari fioriscono anche a 10 anni dalla messa a dimora). Sono infiorescenze di fiori campanulati, giallo pallido all’apice di steli altissimi e molto scenografici. 
Il fusto dell'Agave è piuttosto corto, caratterizzandosi per la presenza di foglie carnose, dall'aspetto tozzo e dotate di spine legnose sui bordi e all’apice. È possibile notare foglie anche nell'immediata vicinanza della base. 
L'apparato radicale compatto si sviluppa in capillari decisamente lunghi, in grado di raggiungere grandi profondità per ottenere l'acqua necessaria allo sviluppo. 

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Trattandosi di piante rustiche, la coltivazione, possibile sia in giardino che in vaso, non richiede particolari attenzioni. Tuttavia, avere a disposizione un terreno tendenzialmente subacido e ben drenato non farà altro che favorire la crescita. 
Scegliendo dei terreni eccessivamente argillosi e compatti il rischio è che si verifichino possibili marciumi alla base della pianta.

 

E’ una pianta che resiste ad esposizione diretta sul mare, fino quasi dire che la predilige come quasi nessun altra pianta.


Provenendo da Paesi a clima caldo, l'Agave predilige un'esposizione in pieno sole; l'abitudine alle alte temperature permette di non veder compromesso lo sviluppo anche nel caso di lunghi periodi di siccità. Se, invece, la coltivazione avviene in una zona nota per le rigide temperature invernali, nei mesi più freddi è consigliato coprire le piante con del "tessuto-non-tessuto". 


Gli esemplari coltivati direttamente in giardino non richiedono innaffiature, accontentandosi dell'acqua portata dalle piogge. Solamente nei primi mesi successivi alla messa a dimora è necessario procedere a qualche innaffiatura (massimo due volte a settimana in caso di assenza completa di piogge).


Anche le piante in vaso, da posizionare sulle parti più luminose di terrazzi e balconi, non necessitano di grandi quantità di acqua. Annaffiarle una volta alla settimana sarà sufficiente, soprattutto quando il terriccio è ben drenato. 


Utilizzando del terriccio fresco, mescolare quest'ultimo a della sabbia permetterà di alleggerirlo. Assicurarsi, allo stesso momento, che non si verifichino dei ristagni idrici nei sottovasi.


Un concime che presenti una buona concentrazione di fosforo e potassio e, al contempo, che non preveda percentuali elevate di azoto, può rivelarsi un ottimo aiuto.


In merito alla potatura, quest'ultima deve essere limitata ad una pulizia periodica avente per oggetto le foglie basali esauste o secche, possibile veicolo di malattie parassitarie. Impiegare un paio di cesoie o un coltello, disinfettandoli (è possibile farlo con della candeggina, oppure ponendo gli attrezzi sulla fiamma) per evitare di infettare i tessuti.

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